da “Safari artico” di Jørn Riel
voce recitante Matteo Bonanni | chitarra Andrea Motta
“E’ una verità che potrebbe essere menzogna e una menzogna che potrebbe essere verità. Nessuno può saperlo, e io meno degli altri”.
Così Jorn Riel definisce lo skrøner: una tipica forma di racconto danese posta giusto a metà tra la realtà e la fantasia, spesso fatta da una base di eventi realmente accaduti sulla quale la fantasia del narratore ci aggiunge del suo, così appunto da sospenderla in un ambito particolare e renderla indefinitamente tanto possibile quanto inverosimile…
Lo scenario di questo racconto è il Nord della Groenlandia, territorio tra i più inospitali e selvaggi dell’intero pianeta, in cui si incontrano personaggi bizzarri che desiderano starsene in solitudine, vivere nel bel mezzo della Natura più sublime e ostica, ritrovare sé stessi ovvero perdersi definitivamente, lontani da qualsiasi altra parvenza di civiltà.
L’autore conosce bene questo mondo avendolo vissuto per ben 16 anni.
Il racconto trascina lo spettatore in questo mondo sublime, scintillante di ghiacci azzurri e di plumbee acque marine, fatto di vastità incommensurabili, di silenzi assoluti, di forze naturali indomabili dove può incontrare personaggi lontani dagli “eroi” leggendari di tanti racconti epici ma che tanto hanno di “umano” nel senso più ampio e positivo del termine.
Attraverso la forza evocativa della parola e le suggestioni musicali lo spettatore viene condotto in un viaggio ai confini del mondo e dell’umanità.